Io ho molti ricordi di me bambina: immagini nitide, limpide…
Ricordo mio padre che mi prelevava in fretta dal letto quando c’è stato il terremoto nel Friuli e scappavamo fuori tutti, a guardare le fiamme di un fuoco lontano… chissà se c’entrava col terremoto. E ricordo anche un altro terremoto: c’era un pentolino che ballava sul tavolo e lo percorreva quasi per intero, e il nonno fuori che porconava con la nonna che scendesse che c’era il terremoto, ma lei stava tirando la sfoglia, rigorosamente a mano col mattarello e non se ne accorgeva…
Ricordo le ore a pancia in giù sull’erba a tirar fuori i grilli dai buchi, il nascondino tra le pannocchie, i bagni di sole e fino ad un certo punto di acqua, alle cascate. Ricordo la raccolta dei pallini di piombo del tiro a piattello tra la sabbia in riva al fiume.
Ricordo le suore dell’asilo, la conversazione con la mia favorita, suor Rita, in cui le spiegavo che il mio fratellino io volevo si chiamasse Emanuele e lei che mi spiegava il significato. Credo di aver rotto parecchio in casa con quel nome, perchè mio fratello davvero è stato chiamato così…
Ricordo mio padre che mi viene a prendere a letto, io disperata che voglio la mamma, e mi convince a mangiare, che dal giorno prima non tocco niente con grande preoccupazione di nonna. E’ il ricordo più dolce e prezioso della mia infanzia.
Quante volte mi sono seduta sul gradino della camera da letto di mia nonna a piangere perchè ero stata picchiata e a dire "nessuno mi vuole" (ho mai smesso di dirla questa frase? devo smetterla una buona volta!)…
Ricordo mio padre sul banco della chiesa, dimesso di fresco dall’ospedale, il giorno della mia prima comunione. Pallido e smagrito (dissero a mia madre che una fortuna così non capitava due volte, la fortuna che ti salvassero la vita, e così fu) ma sorridente.
Ero la sua favorita, e potrei discutere a lungo su questo ma ora non voglio…
Il primo libro, una fiaba, regalo di compleanno: ancora oggi il brutto anatroccolo è la mia favola preferita (le altre sono spaventose)
L’altalena a casa dei nonni materni, ed io sopra, un estate con un abito nero a fiorellini e con inserti all’uncinetto, e le maniche "a farfalla" come diceva la nonna. Capelli lunghi, sciolti e LISCI… e la zuppa inglese di nonna e la ciambella… e lei che mi chiamava "vecia"
A pensarci i miei ricordi migliori sono tutti legati a mio padre ed ai miei nonni materni.
Se associo mia madre e me bambina, mi vengono in mente i segni degli schiaffi sulle cosce, le lacrime, il suo sguardo severo. Mia nonna paterna… richiede un post a parte…
Ricordo mio padre che mi prelevava in fretta dal letto quando c’è stato il terremoto nel Friuli e scappavamo fuori tutti, a guardare le fiamme di un fuoco lontano… chissà se c’entrava col terremoto. E ricordo anche un altro terremoto: c’era un pentolino che ballava sul tavolo e lo percorreva quasi per intero, e il nonno fuori che porconava con la nonna che scendesse che c’era il terremoto, ma lei stava tirando la sfoglia, rigorosamente a mano col mattarello e non se ne accorgeva…
Ricordo le ore a pancia in giù sull’erba a tirar fuori i grilli dai buchi, il nascondino tra le pannocchie, i bagni di sole e fino ad un certo punto di acqua, alle cascate. Ricordo la raccolta dei pallini di piombo del tiro a piattello tra la sabbia in riva al fiume.
Ricordo le suore dell’asilo, la conversazione con la mia favorita, suor Rita, in cui le spiegavo che il mio fratellino io volevo si chiamasse Emanuele e lei che mi spiegava il significato. Credo di aver rotto parecchio in casa con quel nome, perchè mio fratello davvero è stato chiamato così…
Ricordo mio padre che mi viene a prendere a letto, io disperata che voglio la mamma, e mi convince a mangiare, che dal giorno prima non tocco niente con grande preoccupazione di nonna. E’ il ricordo più dolce e prezioso della mia infanzia.
Quante volte mi sono seduta sul gradino della camera da letto di mia nonna a piangere perchè ero stata picchiata e a dire "nessuno mi vuole" (ho mai smesso di dirla questa frase? devo smetterla una buona volta!)…
Ricordo mio padre sul banco della chiesa, dimesso di fresco dall’ospedale, il giorno della mia prima comunione. Pallido e smagrito (dissero a mia madre che una fortuna così non capitava due volte, la fortuna che ti salvassero la vita, e così fu) ma sorridente.
Ero la sua favorita, e potrei discutere a lungo su questo ma ora non voglio…
Il primo libro, una fiaba, regalo di compleanno: ancora oggi il brutto anatroccolo è la mia favola preferita (le altre sono spaventose)
L’altalena a casa dei nonni materni, ed io sopra, un estate con un abito nero a fiorellini e con inserti all’uncinetto, e le maniche "a farfalla" come diceva la nonna. Capelli lunghi, sciolti e LISCI… e la zuppa inglese di nonna e la ciambella… e lei che mi chiamava "vecia"
A pensarci i miei ricordi migliori sono tutti legati a mio padre ed ai miei nonni materni.
Se associo mia madre e me bambina, mi vengono in mente i segni degli schiaffi sulle cosce, le lacrime, il suo sguardo severo. Mia nonna paterna… richiede un post a parte…
Però dov’ero io allora?
Io, quella che ora sono.
Perchè ci ripenso e mi sento estranea a me stessa, come se guardassi sempre da fuori tutta quella parte di vita.
Non ricordo le emozioni.
La prima emozione che ricordo è il giorno del funerale di mio padre.
Come se avessi cominciato allora ad esistere come persona senziente… e capace di emozioni.
Come se avessi rimosso quel che sentivo…
E mi fa strano
i bambini hanno la capacità di vivere nel presente cosa che manca agli adulti ,sempre presi a pensare e mai fermi su ciò che stanno facendo. dovresti chiederti dove sei ora,non dove eri allora,perchè allora eri sempre al posto giusto al momento giusto. L\’incapacità di vivere il presente,ne parlo spesso in ciò che scrivo,per quello che conosco di te posso dire che tu sei attrezzata per questa impresa, devi solo ritrovarti,ma non chiederti dov\’eri,chiediti dove sei… 😉
stavolta anche il mio sarà un commento "concreto" :-)sei un po\’ più giovane di me – porca la miseria 😀 – ma è la stessa generazione di bambini che andavan a scuola solo la mattina ed il pomeriggio era fatto di queste cose (per quelli fortunati che non vivevano in città); la stessa generazione di bambini che "questa è cosa da grandi, va a giocare!". Si, non c\’eravamo se non per noi stessi ma credo fosse normale in quella società.Io non credo sia rimozione. E\’ proprio così: ci allevavano… un po\’ come polli :-)Hai dovuto entrare nel mondo dei grandi troppo presto ed in modo traumatico (io ancora non sono certa di essere cresciuta) ma ormai ci sei e concordono con l\’opinione del signore qui sotto che ci da le spalle (maleducato! adoro questa foto): avanti tutta ora perchè la vita è oggi e domani. Ieri è già passato come l\’attimo in cui ti sto scrivendo e pensando e quindi attendo quello in cui finalmente vedrò i tuoi occhi 🙂
oh Bis… da queste parti (ma per quanto ne so anche giù fino a Ferrara) i contadini usavano degli oggetti in vimini intrecciato, per tenere insieme i pulcini e difenderli magari da cani e gatti. Le stesse "ceste" (che somigliano un po\’ alle nasse), capovolte, venivano usate a mo\’ di microbox per i bimbi. Letteralmente come polli!!Liberi nell\’aia… i miei fratelli, i gemelli, prima che io nascessi (loro hanno 4 anni più di me, quindi erano proprio piccoli) sparirono… erano fuori a giocare e poi non c\’erano piùLi trovò la mamma dopo lunghe ricerche sue e del vicinato, a giocare in riva al fiume. Ma per quanto li aveva persi di vista? Per noi sarebbe impensabile lasciare un bimbo di circa tre anni da solo… in due poi e campioni a combinarne (sono riusciti a capovolgere il box quei due, sottosopra, e loro intrappolati dentro :D)… Altri tempi di sicuro, altro ambiente, molto sicuro, solo campi intorno e i vicini che erano come una famiglia allargata… e la lupa a far da guardia… però a me pare che eravamo davvero mollati a noi stessi.Sai cosa fece il generale prussiano perchè ai gemelli rimanesse bene impresso che non ci si allontana da soli e che giocare con l\’acqua in riva al fiume è molto pericoloso? tagliò due bei rami di rosa e li usò a mo di frusta sulle loro gambette.Altro che telefono azzurro….E non mi credono quando dico che ero buona oltre misura da piccola… e per forza! io non avevo un gemello a difendermi, anzi ero il capro espiatorio ufficiale: i gemelli si spalleggiavano e il piccolo era piccolo. Il maggiore era altrove.Colpa mia, praticamente sempre. A pensarci ora mi viene quasi da ridere.Come potrei non adorare il brutto anatroccolo? 😀
ehehehehbellissimo anche questo racconto 🙂
io non ho molti ricordi….quindi…un saluto
che bello lomasi vivere per un momento la tua vita attraverso quello che hai scritto. ci sono proprio entrata dentro a queste immagini…anch\’io quando guardo al passato vedo un\’isabella che non sono io, e non mi riconosco. quante cose siamo, accidenti, quante persone siamo!bacino a tutte le belle ragazze py lomasi bisbetica ecc. 😀
🙂
e a me e Neo ? nulla? :(nemmeno un sorriso… ^-^
non importunare la mia ospite! :-Dpiuttosto va a leggere da lei … è piena di passione e di vita… mi fa sorridere ed emozionare… il suo nome le si addice!
Ha ragione il mio caro exbambinoprodigio, per noi niente?Isa Bella noi non siamo permalosi, però almeno un sorriso….. Per caso sei Genovese?
oddio…\’sti uomini
Ti è scappata una D di troppo Py… 😉
no luca, non mi è scappata, gliel\’ho messa di proposito…oddio=ommioddioah!!! ci sono arrivata ora (sono un pò tarda mannaggia)odio…odio….nooooooo solo te
:Dvedo che c\’è buon umore in giro… 🙂
Sarà che si incomincia a sentire in lontananza la primavera?Py attenta a non farti scappare qualcos\’altro……. 😉
primavera?… qua fa più freddo di ieri…però c\’è il sole.
neo…tipo?stamattina qui…neve
qui c\’è un sole che gela e l\’aria pare stancala luce fastidiosa, occhiali da sole obbligatoriil riflesso pure,è accecante,eppure si sente la primavera,mi è venuto in mente il film Risvegli,non so perchè.
ommioddio…non oso pensare a un luca Ri-svegliatonon sono un pò antipatica? a me sembra di si….ma è solo perchè vi voglio bene….baci a tutti
bellissimo film 🙂
Robin Williams recita una parte senza precedenti aggiunge qualcosa di magico al personaggio, e\’ un film che rimane dentro come una guarigione.Senti che qualcosa in te sta guarendo Lù? ;-)Py non li sprecare, conservali per domani……. 🙂
odio san valentino vestito di nuovo come le……
ehm ehm :DIl film è bello… Williams e De Niro, giusto?Il libro… ho smesso di leggerlo a metà, perchè mi faceva venire gli incubi. Molto ben scritto, ma troppi particolari medici… inquietante…Stavolta te la sei scordata la D!
no no….è proprio odioio non l\’ho visto il film…mi addormento sempre davanti alla tv e al cinema
a me è indifferente
a me piace molto leggere Oliver Sacks come come mi era piaciuto in passato leggere Mario Tobino (della serie io commento quel che mi pare :-D): gli psichiatri e la loro gente; gli psichiatri, il lavoro, l\’amore…comunque in "l\’uomo che scambio sua moglie per un cappello" c\’è quella cosa "bellissima" che postai mesi fa beba e che certo qualcuno si ricorderà… "ciccia stai troppo bene, devi essere malata" :-)qui mi verrebbe un lungo commento ma non sono proprio in vena in questi giorni… e non so bene che hobuon fine settimana
Risvegli parla dei letargici e dei loro risvegli, per lo più senza successo a lungo termine e di una quantità di disturbi neurologici… me li sognavo di notte, le crisi oculogire soprattutto… brrrgli altri libri non li ho letti… provvederò prima o poi :)nemmeno io so cos\’ho 😀
è la qualcosite :-DDD
infatti, pensavo giusto a quella…. :(oggi mi fa male anche a letto….
Ma evita di fartela raffreddare, meglio una soluzione radicale con un intervento risolvi tutto.
mi sono raffreddata io invece :(il punto è che non è detto, a questo punto, che l\’intervento risolva… e comunque un intervento comporta dei rischi, quindi farmelo "gratis"…bho… non so
Rischi? Appena ci sentiamo ricordami di raccontarti di quella volta che mi hanno chiamato in una sala operatoria mentre sul tavolo c\’era una paziente che stavano operando…… ^__°Gratis? Ma non è mutuabile?
gratis nel senso di farlo per niente…e che ci sei andato a fare in sala te?