Mi hanno detto che la dermatite sulle mie mani è solo espressione di un problema di contatto, di relazione con l’esterno.

Infatti ora è guarita perfettamente, senza che io abbia fatto nulla.

Ho solo accettato che non posso entrare in contatto con chi il contatto con me non lo vuole. Non ha importanza che io sia perfetta per lui, che riconosca i suoi meccanismi e possa avere tutta la pazienza e la forza necessarie per avere a che fare con la sua anima, per averne davvero cura. Lui non vuole che nessuno la guardi quell’anima, non vuole guardarla e non vuole guardare in faccia i suoi demoni. Si è convinto di averli rinchiusi in un vaso capace e resistente, una nuova Pandora.

Ognuno i suoi demoni li deve conoscere da sè.

Se Freud ha ragione, ogni nostra abitudine sessuale, ogni nostra fantasia, ha un suo motivo. Avrei potuto capire prima che i suoi gusti e i suoi fetish hanno un significato determinante. Il suo bisogno di un odore perfettamente riconoscibile, di qualcuno che lo marchi come territorio, di essere dominato, sono espressione di insicurezza, di bisogno di guida e decisionalità, in barba alla sua mania di controllo. L’uomo che appare sicuro e deciso, il leader, in realtà è solo un ragazzino sperso.

Non posso fare niente per questa sua schizofrenia scelta. La perfezione, nemmeno quella è sufficiente.

Ora sto facendo pace con questo, con l’idea che le persone bisogna lasciarle andare, anche se le amiamo.

Non cerco più il contatto, e le mie mani sono guarite.

Forse davvero ora ho bisogno di essere riportata all’essenziale, a vivere di poco, a lasciare i pavimenti da lavare…

Una nuova buccia da sbucciare.