Ho messo un altro punto.
Ho messo un altro punto, e magari ora comincio un altro capitolo.
In questo libro confuso e pasticciato, dove ci sono capitoli importanti, ed altri piccoli e quasi insignificanti, che servono solo ad acquisire elementi e personaggi per il capitolo successivo, pensavo di cominciare un capitolo nuovo.
Così ho preso appuntamento per tagliare i capelli, comperato un rossetto nuovo con un nome invitante, preparato un piano di attacco e cura per la prossima settimana, posto obbiettivi sensati.
“Comincia con l’andare a quella mostra”
“No dai, ci vado quando P. è in città”
“P. è a Siena, e ci resta per un po’…”
“Ma è cosi bello andare alle mostre con lei!”
“Va a finire che ti perdi anche questa”
“OK OK… domani mostra”
E invece… nel bel mezzo di una delle mie rare sedute dalla parrucchiera, mi chiama il Generale.
“Puoi stare col nonno domani? La zia ha la febbre, è andata ora a fare una lastra”
Quindi il capitolo nuovo comincia dalle radici, le mie.
Se avrà una buona giornata, mi farò raccontare di lui e della nonna. Di quell’amore infinito che comporta un modello altissimo.
E d’altra parte solo qualche giorno fa sono andata a sistemarle i fiori, per il suo compleanno, e le ho chiesto aiuto. A lei ed a papà.
Forse questo è ciò che mi serve ora. Un altro po’ di tempo col mio incredibile nonno, con quel che ancora c’è di lui. È sempre stato così bravo a dare consigli, ad esprimere opinioni rispettose, chiare, illuminanti. Ora consigli non ne può più dare, ma dice ancora cose illuminanti, cosi inesorabilmente sensate…
”E allora quanti anni hai ora?”
“Duecento”
“Ma come duecento, nonno!”
“L’anno scorso ne ho compiuti cento”
“Allora quest’anno sono centouno”
“Ma dopo i cento valgono di più”
I punti sono importanti…
I miei punti sono troppo buoni, poco definitivi, poco incisivi.