Sono andata a fare i test cognitivi e della memoria.
L’infermiere all’accettazione mi ha guardato perplesso:”ma sei tu a farli?”
Una psicologa gentile mi ha sottoposto una serie di esercizi, tipo “mi dica tutti gli animali che le vengono in mente” o problemi da prima elementare (se il negoziante da una botte di 18 litri ne vende 7 e mezzo, quanto vino rimane nella botte?) o di ripetere una sequenza di parole. Gentile ma con una voce fastidiosa. Forse per quello non ricordavo le parole al primo colpo.
La diagnosi è che sono abituata bene: “ci sono cellule cerebrali che muoiono già a 25 anni, e dopo i quaranta tutti ci accorgiamo che la memoria non ci assiste più come da giovanissimi. Lei memorizza molto in fretta, quindi forse se ne accorge di più, perchè è abituata ad una memoria veloce. Può esercitarsi imparando qualcosa che le piace: nomi di piante, o dettagli sui monumenti, e poi ripetendo per verificare, magari con le amiche con cui va a visitare i monumenti stessi.”
E io che pensavo che sapere i nomi latini delle piante fosse inutile…
Vale l’allenamento di memoria se tendo a ricordare i dettagli inutili e non le cose importanti?…del tipo dimentico cosa mi hai detto però ricordo benissimo che avevi una spilletta uguale a una che avevo visto negli anni 90′ su un autobus…
a quanto pare si: memorizza qualsiasi cosa ti piaccia e poi ripetilo.
Cioè… non serve ne a me ne a nessuno che io sappia l’incidenza della sindrome di Hunter, però allena la memoria.