“a che ora esci oggi?” “alle quattro”
e si fecero quasi le sei.
“oggi quando finisci?” “presto, alle tre e mezza” E quasi le cinque furono…
Meglio se non me lo chiedono più.
Due sono le cose: o io sono diventata improvvisamente lenta o il lavoro lievita come una buona pasta per pane.
Oggi, studio della coordinatrice, prenotavo con una collega del servizio vicino. Quella che doveva diventare la mia collega, e invece no.
“non ho più posto fino ad ottobre. tutto pieno. Sai col fatto che A. sta a casa due mesi…”
“e se ti ammali?”
“e se mi ammalo… – alzo il tono della voce- E SE MI AMMALO?” La coordinatrice che ha occhio lungo e orecchio fino (e si trova sul groppone ‘sta cosa, nonostante tutto):”chiudiamo l’ambulatorio! che altro possiamo fare?”
“e chi avvisa i pazienti? e come li riprogrammo?”
“li mandiamo alla T. (quella inutile come il fango)… sarà la volta che si accorgono di quel che avete gestito negli ultimi vent’anni senza che se ne accorgessero.”
“venticinque, prego.”
“venticinque. Meglio ancora. Ora ci provino loro, che sarebbe compito loro.”
Mi piace questa donna. E’ diplomatica e ferma. Sorridendo ti manda a cagare con gli occhi. Ma sorride sempre. E dà fastidio a tanti.
Ma non sei appena tornata dalle ferie? Ed è già così? ahi ahi comincia a prenotare le prossime!
Finché non torna la collega sarà così o molto peggio. Poi ci sarà da recuperare quel che inesorabilmente sarà stato trascurato, intanto lei inizierà l’addestramento di chi la dovrà sostituire al pensionamento… Poi resterò con una persona per forza di cose inesperta…Insomma mi si presenta un anno difficile…
Si, immagino. Forza e coraggio allora!
eh grandi donne quelle che sanno mandarti a cagare sorridendo…
Eh si
L’inizio poteva essere una delle mie giornate in cui il capo esordisce con “oggi ti mando a casa presto” e poi col piffero…
Ah il mio capo non si pone il problema…